Il maglio della censura in Iran non colpisce solo la stampa 'riformista'. L'ultimo ordine di chiusura - emesso dal Governo una settimana fa ma notificato oggi, dopo lo svolgimento delle elezioni - riguarda 9 periodici che si occupavano di cinema (anche) non iraniano e di costume. Il motivo? "Promuovono la superstizione" parlando di attori e attrici dalla "decadente vita privata".
All'indice del Ministero della Cultura c'è la corruzione dei costumi portata avanti dai periodici ora chiusi: "Usano le immagini degli artisti, in particolare quelle di star del cinema straniere e corrotte, come strumento per solleticare il desiderio, pubblicano dettagli sulle loro decadenti vite private, fanno pubblicità a medicine prive di autorizzazioni (vitamine ma anche rimedi contro l'impotenza, ndr) e promuovono la superstizione".
Inevitabili le proteste dei diretti interessati. "E' deplorevole che si ordini la chiusura di un periodico di costume dedicato alle famiglie. E 70 persone hanno perso il loro posto di lavoro", commenta Mohsen Ahmadi, direttore di Sobh-e-Zendegi. Sollevando poi dubbi sulla tempistica degli avvenimenti: l'ordinanza, datata 10 marzo, è stata consegnata solo dopo la chiusura delle urne.
Fonte: alice.it
Cinema